Primi anni Sessanta. Dopo la morte prematura del padre, Carmela trascorre la sua adolescenza con una madre frustrata e severa. Gli anni passano e Carmela, ventisette anni, viene sedotta e violentata da un giovane forestiero. Condizionata dai pettegolezzi di paese, si convince che denunciare quell’uomo potrebbe risultare sconveniente. E così la violenza subita si trasforma improvvisamente in una “buona occasione” per prendere marito. Il matrimonio di Carmela si rivela però un fallimento e la nascita della piccola Lucia non migliora le cose. La bambina troppo presto imparerà a capire la differenza fra il bene e il male “ma certe cose non si possono dimenticare…”
Lo spettacolo, scritto e interpretato dalla giovane artista Terry Paternoster, è finalista nel 2011 del Premio Calcante per la Drammaturgia Contemporanea, indetto dalla SIAE - SIAD (Società Italiana Autori Drammatici). Un monologo acuto e struggente che vede l’attrice-autrice incarnare tre generazioni di donne, vittime di una violenza efferata e crudele che si consuma fra le mura domestiche; una violenza taciuta, intorno a cui si costruiscono menzogne e tormenti. Le tre voci si alternano in un corpo che si trasforma e si muove in un gioco di figurazioni, ricordi e realtà, fra le note sincopate di una ricercata mistura di dialetti meridionali. Un monologo intenso che rinuncia al consenso facile, con una regia essenziale giocata sul ritmo; musica, luci e fumi, immergono lo spettatore in un'esperienza sensoriale ed emotiva, in un'epoca e in una terra del Sud, legata alle tradizioni, al giudizio e alla voglia di cambiare. "Nel nome del padre" è uno spettacolo sulla violenza, è una tragedia moderna, una tragedia delle tante... Trascinato fuori dal limite cronologico, lo spettatore si sentirà coinvolto in una continua ricerca di legame e di senso. Il tutto convoglierà in un unico grande climax emozionale, che lascerà, solo alla fine, spazio alle considerazioni